Smussare o silenziare le proprie posizioni preconcette consente ai dati di parlare. Si tratta solo di volerli ascoltare. Senza secondi fini, senza polemiche, assaporando il gusto della pura informazione.
E spesso, così facendo, si fanno incazzare sia gli uni che gli altri.
Domanda neutra:
Il vaccino impedisce di prendere il Covid?
No, ma se lo prendessi avrei una probabilità 17 volte inferiore di lasciarci le penne. Mia mamma avrebbe 35 volte in meno di probabilità di finire in intensiva.
Fin qui, mi pare oggettivo.
Come questi numeri agiscano sulla propria percezione di rischio è chiaramente soggettivo. Da qui le legittime diverse valutazioni (se in buona fede per fare a capirsi…).
Ridurre di n volte una probabilità che soggettivamente può essere percepita bassa in partenza, può essere legittimamente un NON obiettivo personale.
Ridurre in modo misurabile la circolazione del virus tra le categorie più fragili può legittimamente essere un NON obiettivo personale (magari moralmente discutibile, ma in ogni caso…).
Ridurre le probabilità di nuovi lockdown con le ovvie conseguenze economiche può essere un NON obiettivo.
Vaccinare le fasce più giovani, oggettivamente non a rischio, può essere un NON obiettivo (infatti non lo comprendo del tutto).
L’unica cosa che non possiamo contestare sono i dati altrimenti è come perdere un linguaggio comune e parlando lingue diverse ci si allontana inevitabilmente.