Pil e olimpiadi

A cosa sono correlati i risultati olimpici? Al PIL. Non alla popolazione, non al numero di partecipazioni, ma al livello dell’economia del paese. Abbiamo analizzato i primi 30 del ranking #tokyo2020, con risultati sorprendenti.

Le prime 30 nazioni nel medagliere olimpico si sono aggiudicate complessivamente 846 medaglie su 1080 assegnate, il 78,3%.
Sapete qual è la quota di PIL mondiale detenuta da queste stesse nazioni? Il 77,9%.

Ullallà la capacità di generare beni e servizi di un paese (PIL) riguarda anche la “produzione” di medaglie olimpiche? Sembrerebbe di si.
La correlazione tra i singoli contributi al PIL e la quota di medaglie vinte è pari all’85,6%.

Se escludiamo USA e Cina che analizzeremo a parte, il maggiore scostamento tra quota PIL e quota medaglie è quello della Russia (ROC) con 5,55% (con solo il 2,84% di PIL ha vinto l’8,39% delle medaglie). Nel complesso lo scostamento vede un valore medio di 0,97% con una dev. St. pari a 1,49%.

Affinando un po’ l’analisi si fa un passo in più: la correlazione è evidente, ma oltre un certo livello di PIL la progressione sulle medaglie si perde. Il dato non deve sorprendere infatti si riscontra anche in altri settori (lo stato di salute di una popolazione è direttamente correlato con la spesa per la sanità, ma oltre un certo livello di spesa non si ottengono ulteriori miglioramenti).

Da questo punto di vista vediamo gli USA che sembrano essere già su tale valore limite e la Cina che inizia a subire questo “effetto cap” pur con ulteriori margini di miglioramento.

Germania e Francia sono sotto il loro potenziale, mentre Russia e Gran Bretagna sono ben al di sopra (e lo sono strutturalmente).

Su 30 nazioni:
4 sono nel quadrante B [% PIL sotto la media, % MEDAGLIE sopra la media]: ROC, Australia, Italia e Olanda.
6 sono nel quadrante C [PIL e MEDAGLIE sopra la media]
Le restanti 20 sono nel quadrante A, basso PIL, basso numero di medaglie.
Nessuna nazione è nel D. Se hai un PIL sopra la media, vinci più medaglie della media.

La distanza tra i valori delle nazioni e la linea di regressione potrebbe rappresentare la capacità intrinseca di performare (se positiva) o il margine minimo di miglioramento (se negativa).

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Autore

Andrea Giovannetti
Presidente, CFA e Responsabile Area Consulenza

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