Uragani atlantici 2022 e l’importanza delle scelte “risk based”

Raramente a metà settembre si è assistito ad una stagione degli uragani atlantici così tranquilla. Negli ultimi 30 anni, tra giugno e novembre si registrano in media 14 tempeste tropicali e 10 uragani, di cui 3 maggiori (categoria 3 o superiore). Ad ora, nel 2022 ci sono state 5 tempeste e 2 uragani minori.
Per intenderci, gli uragani atlantici sono quelli che nascono nell’Oceano Atlantico e spesso finiscono la loro corsa devastando i Caraibi e vaste aree della Florida, della Louisiana, del Texas e del Messico. Più raramente si spingono più a nord lungo tutta la cosa est degli USA.

L’energia complessiva di una stagione è misurata da un indice (ACE – Accumulated Cyclone Energy) che è basato sulla forza e sulla durata del vento di ogni tempesta o uragano. Negli ultimi 30 anni il valore medio per stagione di tale indice è pari a 126, ora siamo a 29,6…

A settembre la stagione raggiunge mediamente il 76% dell’energia complessiva totale, per arrivare al 95% con fine ottobre.

Considerando:

·     la durata media delle tempeste/uragani (10 giorni)
·     la distribuzione statistica degli eventi
·     i giorni che mancano alla fine della stagione
·     la specificità della formula di calcolo (i venti sono presi al quadrato, quindi un uragano con velocità del vento doppia ha bisogno di un quarto della durata per avere la stessa energia)
·     la distribuzione di probabilità del valore di ACE finale

Abbiamo provato ad applicare l’analisi di scenario che porta alla matrice rischio/impatto di cui abbiamo parlato QUI https://lnkd.in/d2Au-esQ la scorsa settimana per quanto riguarda gli investimenti.

Bene, anzi, male.

Lo scenario prevalente, con il 79% di probabilità è quello che vede da qui a fine ottobre un numero limitato di eventi (3-5), di durata media, ma con un’energia (ACE) pari a 3 volte quella di una tempesta tropicale. Ciò significa che in questo scenario è legittimo attendersi uno o due mostri di Categoria 4 o 5.
Lo scenario che vede la prosecuzione dell’attuale bassa attività ha il 6% di probabilità, mentre il restante 15% è caratterizzato da un incremento dell’attività ma con un’energia per evento non superiore a 2 volte quella base delle tempeste.

Questo esercizio ha la valenza di sottolineare l’importanza di scelte “risk based”. Le stime sono ovviamente soggette ad errori, ma partire da un perimetro quantitativo consente di poter assumere scelte più consapevoli e razionali.

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Autore

Andrea Giovannetti
Presidente, CFA e Responsabile Area Consulenza

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